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Giappone e Festa della donna? No grazie!

In Giappone il Governo invita le donne a fare più figli e meno carriera e la Festa della donna non si festeggia.

A Tokyo la festa della donna internazionalmente conosciuta non si festeggia.  Ogni anno, però, ricevo tra febbraio e marzo un piccolo e grazioso regalo: un kit di statuette e un leggio sui cui posizionarle, con l’augurio per la Festa delle Bambine. Proprio per questa coincidenza del mese,  ho pensato per anni che  in Giappone si festeggiassero le donne il 3 marzo, invece dell’8.  Mi era stato spiegato che a febbraio molte famiglie allestivano questa sorta di  “presepe nipponico”. In realtà il 3 marzo, Hina Matsuri (festa delle bambole) si festeggiano le bambine, pregando per le salute delle figlie femmine. Ogni famiglia prepara il suo “presepe delle bambole” dove l’imperatore e l’imperatrice sono circondati da dame e suonatori.

E la festa delle donne? Non c’è.

Primo ministro

Primo ministro


Non è che le donne non siano importanti, ma il sistema sociale le considera più nella veste di figlie e madri di famiglia, che di autonome donne in carriera. Inoltre il Governo giapponese visto il calo delle nascite e il crescente aumento dei figli unici, sta dando incentivi economici e sociali per invertire la pericolosa rotta della famiglia giapponese e il Primo Ministro Abe invita le donne con un discorso pubblico a fare più figli e dedicarsi di più alla famiglia. Del resto va detto che in Giappone le nonne non si occupano spesso dei nipoti ed il sistema scolastico ed assistenziale non aiuta molto le donne lavoratrici. Molte donne laureate e con possibilità di una brillante carriera lasciano il lavoro alla nascita del primo figlio, in un Paese dove l’erede dell’Imperatore è ancora solo il figlio maschio (sebbene si sia rischiato un cambiamento di legge, finchè nel 2006 la coppia reale procreò il tanto aspettato erede).

Festa della donna

Festa della donna


A risolvere il calo delle nascite e a fare la festa “alle” donne, sarebbe stato utile l’efficace provvedimento proposto da un consigliere di una piccola cittadina: la distribuzione gratuita di preservativi…bucati!

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