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Modernità o tradizione? Un Paese affascinante per i contrasti


In Giappone i grattacieli e i templi si affiancano, in un contesto urbano appassionante.


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Finalmente a Osaka! Quest’anno il lavoro mi consente di visitare meglio Osaka, città a 400 km da Tokyo. Sono felice di poter lavorare qui perché  in poco tempo potrò raggiungere Nara e Kyoto, le città giapponesi più famose per gli aspetti tradizionali. Arrivo ad Osaka all’aeroporto di Kansai e durante la fase dell’atterraggio scopro che si plana su un’isola artificiale, il mare di fianco alla pista d’atterraggio. La genialità giapponese e la creatività italiana si abbracciano in questo aeroporto: gli ingegneri giapponesi hanno costruito un’isola artificiale, mentre il nostro Renzo Piano ha progettato il terminal sviluppato in spettacolari arcate e pieno di luce. L’arrivo in pullman ad Osaka centro mi permette di vedere l’Umeda Sky Building, un grattacielo dove si affiancano due torri gemelle sovrastate da un ponte: 40piani costruiti da Hiroshi Hata, architetto famoso anche per la bella stazione di Kyoto. Comincio a scattare foto per i fratelli e gli amici ingegneri e poi mi spiegano che all’interno del grattacielo ci sono un cinema, ristoranti, un teatro e l’osservatorio. Ad Osaka, città capoluogo del Kansai con quasi 3 milioni di abitanti, i grattacieli non mancano davvero ed il primo giorno di lavoro mi ritrovo all’interno del più famoso, l’ Abeno Harukas,  il più alto del Giappone, di ben 60 piani di altezza. Di proprietà delle Ferrovie Kintetsu, al primo piano iniziano i grandi magazzini dove si terrà la Fiera Italiana a cui partecipiamo (per le lezioni sul vino tenute da Costantino). In un angolo, scopro  che un ascensore a pagamento ti porta all’ ultimo piano e vedo frotte di turisti che attendono di prenderlo.

I giorni seguenti partenza e visita alle bella Kyoto e Nara, le antiche capitali del Giappone, entrambe dichiarate patrimonio dell’Umanità per i loro  templi. Kyoto, la città dei mille templi, rispecchia bene il contrasto giapponese tra tradizione e modernità: di fronte alla modernissima stazione  ecco una torre che simula la tour Eiffel e, subito dietro, il tetto del tempio di Higashi.  Il Giappone ha costruito e ricostruito di continuo attorno ai suoi monumenti, l’antico si affianca al moderno, in un continuo velocissimo sviluppo urbano.

A Nara ritrovo i preziosi spazi verdi e scopro una città più simile alle nostre, dove le basse costruzioni circondano il famoso Parco dei cervi, area verde protetta al cui interno si trova il tempio Todai-ji del Grande Buddha. Qui ritrovo un “equilibrio urbano italiano” seppure nel Giappone contemporaneo: Nara lo permette perché ha “solo” 400 mila abitanti: piccola e vivibile insomma, anche per me!

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